Decisamente la salute è diventata il business più ghiotto per le holding farmaceutiche e per i governi di tutto il mondo.
Affari vertiginosi che fruttano miliardi quanto più incisive sono le campagne terroristiche dei media...
Affari vertiginosi che fruttano miliardi quanto più incisive sono le campagne terroristiche dei media...

Il primo focolare registrato in Messico approdava nel giro di poche settimane nel Vecchio Continente: situazione sotto controllo, rassicuravano da un lato, salvo esasperare le masse, parlo dell’Italia, con una sapiente disinformazione ed il conseguente acquisto, dalla Novartis, di milioni di dosi di vaccino (a fronte di un insignificante 3% di scorte utilizzate).
Nessuno ha illustrato agli italiani la potenziale e concreta pericolosità dello stesso...un vaccino concepito con un adiuvante, lo squalene, sostanza presente anche nel nostro organismo che assolve a funzioni di vitale importanza: nessuno ha evidenziato, complice l’OMS, che lo squalene avrebbe rappresentato un serio pericolo se utlizzato come adiuvante del vaccino antinfluenzale H1N1: è noto che, una volta in circolo nel nostro organismo, il nostro sistema immunitario reagisca dapprima distruggendo la sostanza in eccesso, distruggendo, poi, anche la parte fondamentale già in esso presente ed ingenerando conseguenze previste ma non tenute in debito conto: la sclerosi multipla, ad esempio, ne è testimonianza lapalissiana...
Perché in America lo squalene è stata bandito dal commercio?
Perché il governo tedesco commissionava la produzione di un vaccino per la popolazione simile al nostro salvo predisporne un altro per i politici e forze militari, privo dell’adiuvante in questione?
Perché maggiore quantità di adiuvante e non il giusto quantitativo di principio attivo?
E’ semplice, il business ancora una volta: difatti, il principio attivo ha un costo e l’offerta delle dosi, destinate ad intere popolazioni, risultando inadeguata alla richiesta pressante della popolazione spaventata induceva a confezionare un vaccino adiuvato da squalene (che permette un’assimilazione molto più veloce anche in presenza di una bassa concentrazione di principio attivo) per milioni di dosi in più, ad un costo di sicuro interesse (l’adiuvante ha un costo irrisorio rispetto al principio attivo).
L’Italia, perciò, acquistava milioni di dosi, non adeguatamente testate, in nome dell’emergenza sanitaria, permettendo ai soliti ignoti di lucrare, politica permettendo, e, immettendo nel mercato, un vaccino che, in verità, già impiegato nel lontano 1997 con un certificato di rilascio che, però, nota bene, ne prescriveva l'utilizzo solo agli over 65, teorizzava un sistema immunitario incapace di aggredire lo squalene presente nel loro organismo.
Domanda: perché all’atto della vaccinazione è obbligatorio sottoscrivere una liberatoria che reca un’esclusione di responsabilità della casa farmaceutica per eventuali effetti (collaterali sostengono), morte compresa, imputabili al vaccino?
Se è vero che tale vaccino sarebbe potuto essere meno nocivo per gli ultrasessantacinquenni chi ha mai assicurato e certificato la più completa sicurezza dello stesso se somministrato a neonati ed al resto della popolazione?
Nessuno si è assunto la responsabilità di una dichiarazione ufficiale e seria, giacchè memori di episodi gravissimi e nemmeno troppo lontani quali la Sindrome del Golfo; cosicché, il nostro Ministero della Salute ha preferito fornire, invece, dettagliatissime informazioni attraverso un’indiscussa Autorità nel campo della medicina: il premio Nobel Topo Gigio "il ritratto del candore, della fiducia in un mondo flagellato dai pericoli e dalle paure..."
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